martedì 15 novembre 2011

Vendita del Marchio


Premessa: la questione della vendita del marchio da parte di un soggetto privato non ha ancora trovato una soluzione giurisprudenziale.
Seconda premessa: cosa intendono di preciso con vendita a rate, con riserva di proprietà, di un marchio? Riferendomi a ciò che ho studiato, sembrerebbe essere simile ad una concessione in uso del marchio.

L'utilizzazione economica del marchio è definibile ai fini della base imponibile IRPEF come reddito diverso ex art. 67, comma 1, lettera l), del T.U.I.R., e per questo motivo è quindi ad una ritenuta d'acconto nella misura del 20%.




Premessa: l'art. 53 del TUIR non menziona più l'utilizzazione economica dei marchi di fabbrica e di commercio, motivo per il quale oggi la vendita di un marchio da parte di un soggetto non titolare di partita IVA non può più essere qualificata come reddito di lavoro autonomo. Il problema sorge dalla mancata inclusione dell'utilizzazione economica dei marchi sia nell'art. 53, sia in qualsiasi altra parte del T.U.I.R.

Dunque le opzioni sono 2: l'utilizzazione economica del marchio non costituisce alcun reddito, oppure costituisce un reddito diverso.
La soluzione più ragionevole e più citata sembra portare all'ipotesi che l'utilizzazione economica di marchi sia da includere nei redditi derivanti dall'assuzione di obblighi di fare, non fare o permettere, prevista dall'art. 67, comma 1, lett. l). La lettera l) del comma 1 dispone che concorrono a formare l'imponibile IRPEF, quali redditi diversi, i redditi derivanti da attività di lavoro autonomo, non esercitate abitualmente o dall'assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere. Nel libro di Leo Maurizio, Monacchi Felice e Schiavo Mario su "Le imposte sui redditi nel testo unico" viene esplicitamente sostenuto come in questo gruppo di redditi potrebbero rientrare le fattispecie di cessione e concessione in uso del marchio da parte di un soggetto privato.
E' quindi definibile ai fini della base imponibile IRPEF come reddito diverso ex art. 67, comma 1, lettera l), del T.U.I.R.
E' quindi soggetto ad una ritenuta d'acconto nella misura del 20%.

Riassumendo: se si ritiene che il corrispettivo della cessione o della concessione in uso del marchio da parte di un privato costituisca reddito, l'importo relativo andrà inserito nel quadro RL tra i "compensi derivanti da attività di lavoro autonomo non esercitate abitualmente e dall'assunzione di obblighi di fare, non fare o permettere". Se si ritiene che il reddito non costituisce alcun reddito, si potrà non considerare il reddito ai fini IRPEF il provento derivato e di non prevederne l'indicazione in dichiarazione.

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